mercoledì 14 maggio 2014

L'ACCADEMIA DI MODA LECCESE E IL BACKSTAGE IN CENTRALE

La nostra idea di centrale si sposa con il modello tedesco. Parliamo ovviamente di integrazione con il territorio. 
Messe da parte inutili strumentalizzazioni, infatti, la centrale può e deve essere un'opportunità per tutti. Lo dimostrano iniziative come il passato sostegno al "Negramaro Wine Festival", la formazione in collaborazione con le scuole brindisine e con la Provincia, il sostegno ai coltivatori per iniziative per il rilancio dell'agricoltura nei pressi della Federico II, le assunzioni di più di 100 giovani diplomati negli ultimi anni, il sostegno alle imprese attraverso i numerosi investimenti ambientali, i progetti scientifici che veicolano a Brindisi visite di luminari da tutto il mondo, il sostegno allo sport, il contributo nella realizzazione dei parchi cittadini, la collaborazione per il monitoraggio ambientale all'insegna della trasparenza, il sostegno all'imprenditoria in collaborazione con l'Università del Salento e Confindustria.
Ci sono moltissime iniziative che sono state sostenute in questi anni, comprese quelle culturali e mediatiche che aiutino a fornire l'immagine dinamica che la nostra provincia merita. Siamo convinti, infatti, che parlare continuamente di negatività non faccia bene al nostro territorio. E' anche per questo che la centrale è sempre aperta a chiunque voglia conoscerla e visitarla o usarne gli spazi, nel rispetto delle norme di sicurezza, per propri progetti.
Il video allegato rappresenta uno di questi esempi e, credeteci, è solo una delle tante iniziative realizzate all'interno della Federico II in questi anni.
Spazio all'accademia di Moda di Lecce. Il video è stato girato in centrale. Ecco il backstage




I CAMINETTI DI TORCHIAROLO E L'INADEMPIENZA DEL COMUNE

Una buona notizia per Torchiarolo. La vicenda è nota a molti. Si è cercato in questi anni di attribuire alla presenza della centrale i frequenti sforamenti di PM10 nel comune brindisino. 
L'Agenzia Regionale di Protezione Ambientale ha svolto, su invito della Regione Puglia, approfondite analisi sulla qualità dell'aria nel comune brindisino. Sono state condotte analisi molecolari che hanno chiarito una volta per tutte che gli sforamenti non dipendono dalla centrale ma dalla combustione delle biomasse nei caminetti e dalla vicinanza del comune a una strada ad altissimo scorrimento veicolare.
Visti i risultati delle analisi, la Regione Puglia aveva stanziato fondi per il comune di Torchiarolo ed emesso un'ordinanza che obbligava all'installazione di filtri anti-particolato sui camini delle abitazioni. A Torchiarolo ogni casa ha un caminetto. Il Sindaco non ha mai provveduto a rispettare questa ordinanza regionale e ha continuato la sua campagna di visibilità e di sperpero di danaro pubblico ostinandosi ad accusare la centrale degli sforamenti. Addirittura aveva deciso di ricorrere al TAR di Lecce contro l'ordinanza regionale. Meglio pagare consulenti e avvocati piuttosto che tutelare la salute dei propri compaesani. Qualche giorno fa, il tribunale amministrativo di Lecce ha emesso un'ordinanza in sede cautelare con la quale respinge la richiesta di sospensiva del Comune di Torchiarolo e lo obbliga a rispettare le indicazioni della Regione Puglia.
Questa vicenda ha dell'incredibile. Comodo dire che non è possibile che la colpa sia dei camini perché questi vengono accesi dalla notte dei tempi. Il fatto è che nella notte dei tempi non si facevano analisi e controlli approfonditi sulla qualità dell'aria mentre ora questo accade. Negli anni sono state realizzate diverse campagne di monitoraggio e il risultato è sempre stato lo stesso: gli elevati livelli di PM10 dipendono dalla combustione delle biomasse nei camini e dei residui di potatura nonché dal traffico veicolare mentre l'apporto della centrale è assolutamente irrilevante. Gli studi effettuati sono andati ad analizzare le molecole presenti nel PM10 e le molecole permettono di individuare senza errori le origini dell'inquinamento perché una molecola di legna arsa è diversa da quella del carbone. Una molecola di particolato veicolare è diversa da una molecola di carbone.
Il sindaco è responsabile anche penalmente della salute dei propri cittadini. Non rispettare un'ordinanza regionale che mira proprio alla tutela della salute pubblica è un atto inconcepibile soprattutto tenuto conto del fatto che la Regione Puglia ha anche reso disponibili i fondi.
Le bugie hanno le gambe corte e tutti i nodi vengono al pettine. Venga rispettata l'ordinanza e si metta fine a questa farsa. I cittadini di Torchiarolo meritano rispetto.





martedì 14 gennaio 2014

LA VERDE GERMANIA E IL SALAME SUGLI OCCHI

Ecco i dati della verde Germania: 45,5% dell'energia prodotta con il carbone. L'Italia produce col carbone il 12% circa. Queste percentuali generano la bolletta più cara d'Europa. Ci chiediamo se hanno senso le proteste in Italia dove il carbone da un contributo davvero marginale al fabbisogno di energia elettrica e dove non esiste neppure il nucleare. Così, mentre la nostra politica fa dietrologia in continua campagna elettorale fregandosene dei problemi reali, la Germania va avanti per la sua strada e rafforza tutto il proprio comparto produttivo. Non sono loro che sono tedeschi. Siamo noi ad essere italiani.

AGI, martedì 14 gennaio 2014, 11:43:07
Germania: energia elettrica prodotta con carbone sale al 45, 5%


(AGI) - Berlino, 14 gen. - Quasi la meta' dell' energia
elettrica prodotta in Germania e' fornita dalle centrali a
carbone. L' Associazione federale per l' Energia e l' acqua (Bdew)
ha infatti comunicato che nel 2013 la percentuale di energia
elettrica prodotta con carbone e lignite e' salita al 45,5%. La
percentuale di corrente elettrica di origine ecologica e'
passata dal 22,8% al 23,4%, mentre quella di origine nucleare
e' scesa dal 15,8% al 15,4%. (AGI)
Gey/Ila
141141 GEN 14

NNN

giovedì 9 gennaio 2014

BLASI: UN FILM GIA' VISTO

Le ripetute e scriteriate dichiarazioni di Blasi degli ultimi giorni ci fanno rendere conto del perché la nostra Regione non riesce a far ripartire l’economia ed invertire la tendenza di quel drammatico indicatore che è il livello di disoccupazione che caratterizza il nostro territorio e che costringe diverse famiglie a vivere alla giornata, di questo purtroppo, i professionisti della politica come Blasi se ne disinteressano perché ignari delle difficoltà che vivono quotidianamente le persone comuni.
Per fortuna a Blasi hanno risposto autorevoli personalità politiche anche dello stesso PD spiegando le ragioni per le quali è assurdo chiedere la riconversione della centrale “Federico II” a gas, e questo perché probabilmente hanno compreso le dinamiche tecniche ed economiche che ci sono dietro al mercato dell’energia. Al tuttologo Blasi invece interessa solo e soltanto la speculazione politica fregandosene dei lavoratori, dei cittadini, del paese e dello sviluppo, dimostrando una mancanza di competenza e di preparazione che un segretario regionale di partito dovrebbe avere.
Quello che più importa a Blasi è l’effetto mediatico, l’interesse a far approdare il gasdotto TAP a Brindisi piuttosto che nel leccese e forse mettere in difficoltà la giunta regionale nella speranza di un interessato rimpasto.
Blasi ha chiesto ai brindisini cosa ne pensano di questa sua sciagurata proposta? Ne ha parlato con i nostri rappresentanti istituzionali? I brindisini NON vogliono l’approdo della TAP a Brindisi. Il nostro territorio ha già svariati insediamenti industriali dei quali il leccese gode a costo zero.
Mettendo da parte ogni forma di demagogia, chi chiede la riconversione a gas della centrale di cerano sta chiedendo la creazione di una nuova cattedrale nel deserto che sarà costretta a chiudere e a mandare a casa gran parte della sua forza lavoro composta da personale diretto e indiretto mettendo in ginocchio le imprese del territorio.
A Blasi sfugge che le centrali a gas presenti nel Meridione d’Italia funzionano a meno del 30 per cento della loro capacità. Ciò vuol dire che convertire significherebbe creare una cattedrale nel deserto e poi chiudere l’impianto. Blasi non sa neppure che in una centrale a gas ci lavorano una trentina di persone, mentre in una centrale come la Federico II circa un migliaio.
La Federico II ha realizzato investimenti ambientali condivisi con il territorio per oltre 500 milioni di euro e questi investimenti ambientali sono legati all’uso del carbone. Sempre all’interno della centrale si sta realizzando un carbonile coperto che costa oltre 100 milioni di euro. Fa quasi ridere che un politico si svegli e dica: “Abbiamo giocato. Gli oltre mille miliardi delle vecchie lire li avete bruciati, ora riconvertiamo”.
Noi del Comitato Energia Ambiente e territorio abbiamo invece la sensazione che Blasi voglia favorire Lecce evitando l’approdo della TAP sul suo territorio a scapito di Brindisi. I brindisini ne hanno abbastanza di queste furberie. Brindisi presta a Lecce l’aeroporto, il porto, l’energia, la chimica, l’aeronautica, la medicina e molto altro. Il segretario Blasi provi a sviluppare i suoi interessi e il suo territorio sul suo territorio ma lasci stare Brindisi e la sua provincia.
Carlo Depunzio
Presidente Comitato Energia Ambiente e Terriorio

sabato 9 novembre 2013

GREENPEACE: GLI AMBIENTALISTI DA 1000 EURO AL MINUTO

1.000 euro al minuto, 660.000 euro al giorno di raccolta fondi e ingresso nel business delle rinnovabili con Greenpeace Energy. Questi i numeri di Greenpeace che si riempie le tasche con i quattrini di ignari cittadini e con le donazioni di petrolieri e signori dell’amianto. Greenpeace organizza mostre fotografiche, si disinteressa dei veri problemi ambientali e sceglie le sue campagne solo sulla base della loro remuneratività. L’Italia è il paese europeo in cui si usa meno carbone, circa il 13%, contro il 41% della Germania, il 33% dell’Inghilterra, il 30% della Danimarca, il 40% degli Stati Uniti, il 51% del Giappone, l’80% di Cina e Australia. Tutti paesi che utilizzano anche il nucleare e producono quote di energia molto più alte dell’Italia. Non si capisce perché, se l'obiettivo di Greenpeace è la difesa dell'ambiente e della salute, l'associazione non considera anche le centrali a carbone dei concorrenti di Enel in Italia e all’estero. La campagna di Greenpeace contro Enel riempie le tasche di Greenpeace e prepara il terreno alla sua società elettrica. Crediamo che Greenpeace debba interessarsi ai veri problemi dell'ambiente. In questi giorni l'OMS ha dichiarato l'esistenza di un nesso di causalità tra malattie e inquinamento da traffico veicolare. Greenpeace ignora questi dati, probabilmente non li considera abbastanza remunerativi. Meglio una mostra fotografica sul carbone di una sola società che raccontare la verità ai cittadini. Diversamente non intascherebbe i loro soldi.

mercoledì 2 ottobre 2013

BRINDISI BENE COMUNE: L'ENNESIMA PRESA IN GIRO AI LAVORATORI

Rileviamo che i consiglieri di Brindisi Bene Comune si sono ben adattati alle logiche di quella politica in continua campagna elettorale a cui piace tenere due piedi in una scarpa per non scontentare nessuno e non perdere voti. Ci riferiamo all'ultima proposta di assunzione del personale Edipower presso la centrale Enel Federico II di Brindisi. Un chiaro esempio di incoerenza che farebbe venire da sorridere se non stessimo parlando di lavoratori e di futuro delle loro famiglie che esigono rispetto e risposte serie.
Brindisi Bene Comune auspica la chiusura di un sito produttivo, quello di Edipower, che offre lavoro a un centinaio di famiglie oltre l’indotto. Brindisi Bene Comune non intende prendere in considerazione un rilancio legato a un progetto industriale sostenibile della centrale di Brindisi Nord. Vuole solo che la centrale chiuda. Per non scontentare i lavoratori e non perdere voti propone di imporre alla centrale Federico II di Enel l’assunzione dei lavoratori Edipower.
Eh si. Quella stessa centrale Enel che Brindisi Bene Comune vorrebbe convertire a gas.
Facciamo due conti. In una centrale a gas lavorano in media una trentina di persone, in alcune anche meno, mentre l’indotto è ridotto all’osso. Nella Federico II lavorano più di mille persone. Chiederne la conversione a gas equivale a chiedere l’esubero di almeno 800 lavoratori e molto probabilmente la sua chiusura perché in un mercato come l’attuale un’ennesima centrale a gas non entrerebbe in funzione quasi mai.
Qualcuno dirà che non si può barattare l’ambiente con il lavoro. È vero. Noi del Comitato Energia Ambiente e Territorio ne siamo convinti. Alle aziende, però, bisogna chiedere di investire per rendere gli impianti compatibili con l’ambiente (Non si può certo dire che Enel a Brindisi non lo stia facendo visto il mezzo miliardo di euro investito negli ultimi anni e il carbonile coperto in corso di realizzazione). Per la centrale di Brindisi Nord di A2A bisogna chiedere investimenti se vogliamo preservare il lavoro e proseguire nella direzione della sostenibilità ambientale.
Solo Brindisi Bene Comune può credere che in periodi di crisi come questi, in cui le aziende chiudono o fuggono all’estero, si possano tenere in piedi impianti non produttivi. È per questo che consideriamo le logiche di Brindisi Bene Comune incoerenti e dannose per il nostro territorio utili solo al mantenimento di un ridottissimo consenso elettorale.

Carlo Depunzio